CORONAVIRUS. IL GIORNO PIU’ NERO PER IL BRASILE
Sono 443.765 i decessi nel mondo secondo il conteggio aggiornato della Johns Hopkins University, mentre le persone contagiate hanno superato gli 8 milioni, arrivando a 8.176.296. Il Paese più colpito rimangono gli Stati Uniti, dove l’epidemia non sembra affatto avvicinarsi ad un rallentamento; anzi, in almeno sei stati del sud, tra cui Texas, Florida e Arizona, i contagi sono in aumento, probabilmente generati dalle manifestazioni per la morte dell’afroamericano George Floyd. In totale in tutto il Paese i casi accertati sono arrivati a 2.137.731 ed i decessi a 116.963; il bilancio dei decessi provocati dal Covid ha superato quello delle vittime americane della Prima Guerra Mondiale, quando, come ricordano i media internazionali, morirono 116.516 americani. Subito dopo c’è il Brasile, che ha ormai superato i 900 mila contagi (923.189) e dove i decessi sono arrivati a 45.241; e ieri è stato per il paese il giorno più nero dall’inizio della pandemia, con 34.918 nuovi casi registrati: lo ha reso noto il Ministero della sanità di Brasilia, che parla anche di altri 1.282 decessi. L’America Latina e Caraibica è flagellata dalla pandemia: il numero dei contagi si avvicina ai 2 milioni e i morti a quota 100.000; e il presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez, ha annunciato in un discorso televisivo di essere risultato positivo. E la pandemia corre anche in India, dove sono stati registrati oltre 2 mila morti nelle ultime 24 ore; il conto complessivo delle vittime sale così a 11.903, e il Ministero della sanità parla di oltre 354.000 contagi. A Pechino, in Cina, nelle ultime 24 ore sono state registrati 31 nuovi casi, portando il totale a quota 137 nel giro di una settimana; le autorità sono corse ai ripari stabilendo la chiusura delle scuole ed il lockdown ad una decina di quartieri considerati ad alto e medio rischio, cancellando più di mille voli dall’aeroporto della capitale.